Nonostante l'emergenza nazionale,
eccoci qui con una nuova recensione! Vi avevo promesso una recensione
questa settimana e oggi vi parlo di "La fattoria degli animali"
di George Orwell, pubblicato nel 1945, un grande classico che
sicuramente avrete sentito nominare almeno una volta. È il caso di
definirlo un libro abbastanza corto (circa un centinaio di pagine) ma
davvero molto denso e pieno di significato. Ma procediamo con
ordine...
La storia inizia nel momento in cui gli
animali si ribellano al signor Jones, il loro padrone "umano"
che li sfruttava, facendoli lavorare molto e trattandoli molto male.
Decidono di compiere la ribellione e prendere il comando
della fattoria, anche a seguito del discorso che viene fatto dal
Vecchio Maggiore, un maiale molto avanti negli anni che si può
considerare come l'ideatore della ribellione, morto qualche giorno dopo il discorso. Dopo aver mandato via
il signor Jones, con la rispettiva consorte, inizia il loro periodo
di indipendenza dagli umani e man mano si inizia a vedere che i
maiali prendono molto più potere rispetto agli animali normali,
anche perché sono quelli che devono coordinare tutto. A un certo
punto, però, il maiale Napoleone inizia ad avere un trattamento
preferenziale rispetto agli altri animali, decidendo lui il
cambiamento di alcuni comandamenti della fattoria e andando a vivere
nella casa del signor Jones.
Nonostante sia un romanzo abbastanza
breve, l'ho trovato carico di significato e pieno di idee dove potrei
scrivere per moltissimo tempo, ma non voglio annoiarvi troppo! È
molto bello e pieno di spunti per diverse possibili riflessioni, in
particolar modo il comportamento che viene messo in atto dai maiali e
come questi si prendono gioco degli altri abitanti della fattoria, giocando sul fatto di avere più memoria rispetto agli altri e più capacità di "fregarli", compiendo atti che erano stati vietati nella prima "comune". Il
finale, poi, mi ha lasciato veramente senza parole, portandomi in una
dimensione onirica che non avrei immaginato. Anche i dialoghi sono
scritti molto bene e sono molto funzionali alla storia, storia che si
ispira ai fenomeni politici contemporanei di Orwell, ovvero l'ascesa
dei regimi totalitari e delle diverse comuni nel periodo della
Seconda guerra mondiale.
Vorrei dirvi molte altre cose ma
commetterei diversi spoiler, anche perché non potrei parlarne in
maniera approfondita senza dirvi cose in più sui personaggi, in
particolar modo sul cambiamento di Napoleone dall'inizio della storia
alla fine.
Detto questo, vi do l'appuntamento alla
prossima settimana per una nuova recensione, sperando di approfittare
dell'emergenza per recuperare qualche romanzo che mi aspetta in
libreria da anni (pensate che questo qui aspettava il suo turno da
ben 12 anni!).
Buona vita!
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