Avete mai pensato cosa abbia ispirato Agatha Christie a scrivere “Omicidio in Mesopotamia” e “Assassinio sull’Oriente Express”? Lindsay Jayne Ashford racconta cosa è successo cosa abbia vissuto la regina del giallo per arrivare a scrivere quelle storie, e lo fa con il romanzo “Le ragazze dell’Orient Express”, edito Libreria Pienogiorno.
Agatha è appena uscita dallo scandalo avvenuto a seguito del divorzio con il marito, pronto a sposarsi con la sua nuova compagna. Decide di fare un viaggio in incognito verso il mondo dell’Oriente, prendendo sotto mentite spoglie il tanto famoso Oriente Express, affrontando un viaggio nuovo e ricco di aspettative. Sullo stesso treno c’è anche Katharine Keeling, archeologa che sta tornando a Baghdad per lavoro, anche se ci sono altri avvenimenti che la attendono. C’è anche Nancy Nelson che sta fuggendo dal marito e da tutto quello che è successo nella vita londinese. Non sembra che abbiano fattori in comune, ma tra loro nasce qualcosa che sarà capace di tenerle unite per sempre.
Un romanzo capace di incollare il lettore dalla prima all’ultima pagina, non senza colpi di scena e avvenimenti che cambiano opinione sui personaggi nell’arco di mezza riga. La protagonista, Agatha, è una donna piena di dubbi, paure, ripensamenti su come sta affrontando la sua vita,su quello che è successo precedentemente e sull’opinione che le altre persone hanno di lei, essendo i fatti della sua vita riportati nei quotidiani dell’epoca. Katharine, invece, colpisce per la sua prima ambiguità con momenti in cui sembra quasi un personaggio che ha voglia di rovinare la reputazione di Agatha, diventando all’improvviso compagne di cuccetta sul treno, ma capace di instaurare un ottimo rapporto con la scrittrice di gialli, non solo di amicizia ma qualcosa di più (non voglio assolutamente fare spoiler!). Nancy invece, è spaventata, ha paura di quello che potrebbe succedere nella sua vita, talmente tanto da tentare un gesto estremo come un suicidio, con la capacità di capire quali sono le persone per lei importanti e accettando i loro consigli su quello che sarà il futuro. Sono personaggi forti, capaci di entrare in empatia con il lettore, indipendenti che riescono ad andare avanti da sole, molto diverso dalla visione di quella che era presente all’epoca dell’ambientazione del romanzo, ovvero gli anni Venti del Novecento. I dialoghi non sono mai banali ma aiutano il lettore ad entrare meglio all’interno della vicenda, mostrando come tra le protagoniste ci sia una crescente complicità che aumenta nel corso della storia.
La scrittura è scorrevole, i personaggi sono ben delineati, così come le ambientazioni. Particolare attenzione è rivolta agli usi e consuetudini dei luoghi che vengono visitati dalle protagoniste, come questi cambiano man mano che ci si sposta dall’Occidente all’Oriente, cominciando dalla caotica Venezia fino ad arrivare alla calda e lontana Ur. Le descrizioni stesse dei luoghi sono molto accurate, portando il lettore a percepire i suoni e gli odori di quello che vedono i personaggi, di cosa provano e come questo influenzi le loro scelte di vita. Particolare interesse è la parte relativa agli scavi archeologici di Ur, che vengono raccontati con un misto tra storia e leggenda che ha le radici nelle storie della Bibbia, fino ad arrivare ai tempi di Noè.
Un romanzo molto denso, pieno di avvenimenti e capace di tenere il lettore con il fiato sospeso, una continua sorpresa in un viaggio che viene effettuato con i personaggi, con donne forti e indipendenti. Consigliato!
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