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Recensione: "Il conte di Montecristo"



"Il conte di Montecristo" è un romanzo di Alexandre Dumas, completato nel 1844 e pubblicato durante i due anni successivi come romanzo d'appendice, ovvero come romanzo che era alla fine di un giornale, una fiction a puntate prima della televisione e della radio .
Ho iniziato a leggere questo libro tre anni fa ma, non essendo il periodo adatto, l'ho mollato dopo 300 pagine. Inizia il 2019, il mio pronostico è quello di leggere più classici e, grazie a un gruppo di lettura di cui faccio parte, decido di riprenderlo in mano, non senza aver visto diverse recensioni sull'inizio della storia, visto che molti personaggi e molte vicende non le ricordavo. In un mesetto l'ho finito e, devo dire, già mi manca. Ma andiamo con ordine...

La storia racconta di un giovane marinaio, Edmondo Dantes, originario di Marsiglia, che sta per essere nominato capitano della nave Pharaon e sta per sposarsi con la fidanzata Mercedes. Ma non a tutti va a genio la nomina a capitano: Danglars, scrivano della nave e aspirante alla nomina di capitano, organizza una trappola per incastrare Edmondo. Con l'aiuto di Ferdinand Mondego (cugino di Mercedes e innamorato pazzo di lei, anche se viene continuamente respinto dalla ragazza) e Caderousse (vicino di casa di Danglars), Danglars scrive una lettera anonima dove denuncia Edmondo di essere bonapartista. Per farvela breve, Edmondo viene arrestato e condotto nel Castello d'If dove deve rimanere fino alla fine della sua vita. Proprio quando le speranze stanno per svanire, conosce l'Abate Faria, anche lui imprigionato da diversi anni da cui viene a conoscenza del motivo per cui il giovane è stato condotto in prigione, scatenando in Edmondo la voglia di vendicarsi.
Tra i due nasce una profonda amicizia: il giovane marinaio impara molte cose dall'abate (il diritto, l'economia, la matematica), venendo a conoscenza del tesoro nell'Isola di Montecristo. Edmondo riesce a fuggire dalla prigione dopo 14 anni di reclusione (ovviamente non vi racconto come) con un solo obiettivo: vendicarsi.

Non vi racconto altro, anche perché già così verrà una recensione abbastanza lunga, vedo di essere il più rapido possibile.
Questo libro è capace di stregarvi, di continuare a leggerlo sempre senza smettere;  una cosa che mi è piaciuta molto è la presenza di moltissimi dialoghi, non sono presenti descrizioni, o almeno, se ci sono, sono molto corte. 
Ci sono molti personaggi, non tutti sono  principali ma ognuno ha una sua funzione specifica nel libro che lo caratterizza, diciamo che nessun dialogo è messo lì per caso, ma leggendolo, vi sembrerà che ogni parola abbia una giusta collocazione e un suo perché, come mai è collocata in quella frase e in quel punto. Il libro è molto grosso (la mia edizione sono più di mille pagine!) , ma, come è successo con altri "grandi tomi" , non è la lunghezza che fa la pesantezza del libro, infatti in men che non si dica vi troverete alla fine, anzi, come è successo a me giusto qualche giorno fa, non lo vorrete finire, rallentando il vostro ritmo di lettura, fino a giungere al finale, secondo me, molto cinematografico, come la fine di un bellissimo film.  

Vorrei dirvi molto di più sulla storia, ad esempio il modo in cui si consuma la vendetta, come ogni personaggio ha una sua vendetta lunga e molto lenta,  ma farei sicuramente diversi spoiler  (e non è  mia intenzione farlo) quindi vi lascio al libro stesso e poi, se vorrete, potremmo discuterne assieme sulla pagina Facebook.
Se non avete ancora messo like andate subito a cercare "BooK Bus"!
Molto consigliato! 

PS: Come già detto con "I Vicerè" e con "Cime Tempestose" tenetevi un taccuino con i diversi personaggi perché qui sono davvero, davvero, davvero, davvero tantissimi! 

Se volete, potete acquistare il libro al seguente link: 



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