"Ti prendo e ti porto via" è un romanzo di Niccolò Ammaniti, pubblicato nel 1999.
Come vi avevo detto nella scorsa recensione, nella mia lista c'era anche questo libro, sempre di Ammaniti di cui vi ho già parlato di recente (se non l'avete ancora fatto, andate subito a leggere la recensione di "Io non hopaura"); nei giorni di pausa tra gli esami e l'inizio delle lezioni è passato sotto le mie grinfie, leggendolo a tempi record grazie, anche, a un viaggio in treno a Genova.
Il romanzo è ambientato a Ischiano
Scalo, località che si affaccia sul Mar Tirreno, in cui vivono
Pietro Moroni, un timido ragazzino di 12 anni, Flora Palmeri, docente
di italiano nella scuola media che frequenta Pietro, e Graziano
Biglia, personaggio "famoso" che, dopo diversi anni in giro
per il mondo, decide di tornare nel suo paese d' origine. All'interno della
scuola che frequenta Pietro, e in cui insegna Flora, diversi
studenti, tra cui lo stesso Moroni, commettono diversi atti di vandalismo: rompono il televisore,
il videoregistratore e imbrattano il muro con delle scritte offensive
sui professori, il preside e il bidello. Questo è l'elemento
scatenante la vicenda, il momento in cui tutti i personaggi
principali inizieranno ad avere una relazione tra loro che sarà
fatale per le loro vite.
Una cosa bella che ho trovato è
l'effetto a sorpresa che viene creato dall'autore: ci sono azioni
commesse dai personaggi e diversi comportamenti che lasciano a bocca
aperta, si staccano completamente da come viene raccontato quel
personaggio fino a quel momento.
Ho apprezzato il fatto che
vengono date diverse visioni degli stessi eventi come sono visti dai
personaggi diversi, ad esempio se ci sono momenti in cui sono insieme
Pietro e la professoressa, viene spiegato e raccontato sia il dialogo
e le sensazioni che vengono provate da Pietro e che quelle dalla
professoressa, come se Ammaniti volesse dare la visione di entrambi i
personaggi.
Avevo già letto questo libro anni fa ed è stato uno dei pochi casi, come anche con "Io non ho paura", dove la rilettura mi è servita a capire meglio delle cose non chiare, ad apprezzare maggiormente lo stile dell'autore e poter avere idee chiare sul suo modo di scrivere. Ho anche notato come lo stile sia cambiato da "Io non ho paura", ma per poterlo notare meglio conviene leggere entrambi i libri e poi fare il confronto.
Avevo già letto questo libro anni fa ed è stato uno dei pochi casi, come anche con "Io non ho paura", dove la rilettura mi è servita a capire meglio delle cose non chiare, ad apprezzare maggiormente lo stile dell'autore e poter avere idee chiare sul suo modo di scrivere. Ho anche notato come lo stile sia cambiato da "Io non ho paura", ma per poterlo notare meglio conviene leggere entrambi i libri e poi fare il confronto.
Anche in questo caso il giudizio è
molto positivo, sono rimasto davvero senza parole e come in "Io
non ho paura", anche "Ti prendo e ti porto via" ha il
potere di tenervi attaccati alle pagine, senza rendervi conto della
velocità con cui state leggendo e del tempo che sta passando e, se
siete in viaggio, senza rendervi conto di dove siete
arrivati.
Molto consigliato!
PS: la foto che ho messo all'inizio della recensione è un richiamo all'ambientazione del libro e, soprattutto, a un evento che accadrà proprio in una spiaggia che io immagino così... non vi resta che leggere!
PS: la foto che ho messo all'inizio della recensione è un richiamo all'ambientazione del libro e, soprattutto, a un evento che accadrà proprio in una spiaggia che io immagino così... non vi resta che leggere!
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