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"Oliver Twist"



Sarò sincero: non avevo intenzione di fare una nuova recensione questo lunedì, anche perché attualmente ho in lettura diversi romanzi che vedrete nella rubrica del venerdì (è la giornata dedicata ai libri da leggere in estate) tra un paio di settimane, ma poi mi sono trovato dal computer con il Mammut di Dickens (una sorta di tomo con dentro diversi romanzi, scomodissimo da portare in giro) e mi è venuta l'ispirazione per oggi. Parliamo di "Oliver Twist", romanzo di Charles Dickens pubblicato nel 1830. Così come "Il conte di Montecristo", è stato pubblicato a puntate da Febbraio 1837 ad Aprile 1839.

Viene raccontata la storia di Oliver, ragazzino orfano che si trova a vivere in una Londra caotica e molto rumorosa. Nasce in un orfanotrofio, luogo dove rimane per diversi anni della sua vita. A seguito di una richiesta di troppo, viene mandato fuori dall'orfanotrofio. Dopo diverso periodo con una famiglia di becchini, va a vivere con il signor Fagin dove, insieme ad altri ragazzini, viene obbligato a rubare oggetti alle persone che girano per la città di Londra Quando prova a fare la sua prima rapina, viene beccato dal signor Brownlow che decide di prendersi il ragazzo in affido e portarlo con sé. Ma, un giorno in cui Oliver va a fare commissioni per il signor Brownlow, viene rapito da parte di alcuni ragazzi che lavorano per Fagin. In questo modo Brownlow pensa che il ragazzo sia scappato da casa, convinto di non esserlo riuscito a cambiare e di aver perso solo tempo a provare ad accudirlo. Ma non è ancora detta la parola fine.

Vi vorrei dire ancora tanto ma penso che farei diversi spolier, quindi preferisco non dire nulla e lasciarvi alla lettura. È un grande classico senza tempo, in grado di prendervi completamente, senza risultare mai noioso.  Anche il finale mi ha sorpreso molto: avendolo studiato al liceo prima di leggerlo, ho capito molte cose che altrimenti mi sarebbero fuggite e ho potuto paragonare il libro con altri fatti che fanno parte della letteratura antica, ad esempio la figura del "deus ex machina" che salva il protagonista alla fine dell'opera (era una cosa classica nelle opere teatrali dell'antica Grecia). Anche la stessa città di Londra si può intendere come un protagonista della storia: viene raccontata per filo e per segno, con descrizioni che non sono per niente noiose ma servono a raccontare meglio la storia, a darle un'ambientazione precisa che possa far si che il lettore, nonostante non sia più la città raccontata da Dickens, si possa immergere in questo mondo.

Non vi racconto altro, amo questo libro (anche se l'edizione Mammut è molto scomoda da leggere) ma spero di avervi fatto passare qualche minuto buono e, soprattutto, di avervi dato la voglia di leggere questo romanzo che, nonostante abbia la sua età, rimane sempre molto attuale e consigliato per tutte le età.

Buona settimana!


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