Che dire? Avevo già amato il primo, letto in due settimane per gustarlo il meglio possibile, anche perché avevo cambiato lavoro da poco. La velocità impiegata per il seguito è stata notevolmente più rapida, non ho pensato a gustarlo lentamente, l’ho voluto divorare il più veloce possibile!
“Il primo sole dell’estate” è stato bello come il primo, anzi, da un certo punto di vista mi sembra che la scrittrice si sia superata.
I protagonisti riguardano sempre la famiglia d’origine della scrittrice, originaria di Stellata, un paese nella pianura emiliana nella provincia di Ferrara,il confine sottile tra realtà e superstizione, anche legato alla presenza nel proprio albero genealogico di Viollca, antenata gitana e capace di attività quasi magiche.
Le vicende raccontate hanno inizio nel secondo dopoguerra, con la nascita di Norma, vera protagonista del romanzo. Durante il romanzo la si vede crescere, andare via da Stellata per andare con il padre in Lombardia, tornare nel paese d’origine nelle vacanze estive, i primi amori, i trasferimenti e i cambiamenti che vive nel corso degli anni.
Per me è stato amore fin dalla prima riga, da quel momento Norma mi ha fatto entrare nel suo mondo e mi ci ha tenuto prigioniero fino alla fine della lettura della storia, talmente tanto che mi sono sognato anche di essere sull’argine, una delle tante ambientazioni della storia.
Daniela Raimondi porta il lettore nel suo mondo, nella storia della sua famiglia e lo fa con uno stile semplice, scorrevole, alternando dialoghi in dialetto a frasi in altre lingue. Tutto senza risultare mai banale ma, anzi, portandoci in una storia che attraversa i grandi cambiamenti che hanno rivoluzionato il nostro modo di pensare negli ultimi decenni, con rivincite personali, donne che, nonostante vivessero in un periodo parecchio contraddittorio come potevano essere gli anni Settanta e Ottanta, sono riuscite a portare avanti le loro idee, sempre a testa alta e senza mai voltarsi indietro.
L’essenza di ciò che vuole dimostrare l’autrice con un personaggio forte e capace è racchiusa in Norma: è lei quella che decide di seguire il suo istinto, la sua testa e andare avanti per la sua strada, scegliendo la meno comoda e quella a tratti può risultare in un certo senso dannosa e senza via d’uscita.
Sarà la stessa Norma colei su cui si basa la storia, le sue impressioni e quello che accade verranno sempre raccontati dal suo punto di vista.
Protagonista maschile del romanzo è, invece, Elia. Amico di Norma fin dall’infanzia, non la abbandonerà mai per tutto il corso del romanzo, anche quando le loro strade porteranno a una divisione geografica, resteranno comunque sempre vicini e bramosi di incontrarsi di nuovo. Il loro legame si sviluppa all’inizio della storia, cresce man mano che gli anni passano, fino ad arrivare a una svolta quando ormai entrambi non ci stavano più pensando, dando conferma di quello che viene cantato da Venditti: “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”.
Sono rimasto ancora sorpreso dalla presenza, anche se è solo accennata, del personaggio di Viollca: l'autrice da l'impressione che il suo spirito non abbia mai abbandonato il mondo dei vivi, ma che sia sempre rimasto, in un certo senso, sopra ai personaggi, una figura che li protegge e sovrasta le loro decisioni.
In linea di massima, tutti i personaggi sono capaci di impressionare in senso positivo il lettore, in tutti c'è qualcosa che li rende indimenticabili e i degni protagonisti delle avventure a cui vanno incontro per tutta la durata della storia.
Continuerò a consigliare sempre i romanzi della scrittrice, capace di stregare il lettore e portarlo in un mondo al confine tra vita vera e superstizione, con personaggi molto forti, in particolar modo quelli femminili, capaci di portare avanti i loro ideali, senza mai farsi influenzare da mariti e fidanzati, arrivando fino in fondo!
Consigliato!
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