Prima settimana di Novembre, iniziano a
cadere le foglie dagli alberi e l'inverno sembra avvicinarsi sempre
di più. In questi giorni di "inizio freddo" mi ha fatto
compagnia un romanzo ambientato in una calda estate toscana, più di
preciso un Ferragosto rovente: sto parlando di "La pietà
dell'acqua" di Antonio Fusco, secondo libro che leggo di questo
autore (se non l'avete ancora fatto, leggete "Ogni giorno ha il suo male").
Si parla sempre del commissario
Casabona, questa volta impegnato in un caso che sembra molto
semplice: il mattino di Ferragosto è stato ritrovato il corpo di un
contadino sotto a un albero, da tutti chiamato "l'albero
dell'impiccato". In più, nel paese arrivano turisti da tutto il
mondo, infatti proprio in quei giorni è previsto lo svuotamento
della diga costruita nel dopoguerra, da cui riemerge il vecchio
borgo. È mentre si reca ad annunciare alla figlia del contadino la
morte del padre, figlia che ha un ristorante proprio vicino alla
diga, dove conoscenza una giornalista francese, Monique Bernand.
Dopo poco tempo, però, sembra che il caso debba passare nelle mani
della squadra antimafia, capitanata da Morelli, acerrimo nemico di
Casabona. Per questo motivo, il commissario decide di tornare alla
sua casa vacanze, dove rimarrà da solo a causa di un litigio avuto
con la moglie all'inizio della storia. Proprio durante il soggiorno
nella casa vacanza, verrà a conoscenza della vera identità di
Monique e deciderà di raggiungerla a Parigi, dove scopre l'esistenza
di un dossier che potrebbe stravolgere completamente le sorti del
caso.
Avevo iniziato questo libro la scorsa
estate, proprio intorno a Ferragosto ma, come dico sempre, non era il
periodo adatto e, dopo averne letto una grossa parte ma senza avere
prestato la giusta attenzione, ho deciso di lasciar perdere e ora è
giunto il suo momento.
Come il romanzo precedente, anche
questo mi è piaciuto moltissimo, tenendomi col fiato sospeso fino
alla fine della storia con un finale che mi ha davvero appagato e mi
ha fatto venire voglia di cominciare subito il libro successivo di
Casabona (cosa che ho fatto la sera stessa).
Mi piace molto il protagonista e il commissario un perfetto protagonista, molto vicino al lettore con una
forte umanità, quasi come una persona reale che ha problemi con una
moglie stanca del lavoro del marito che non gli permette di andare in
vacanza, un figlio ex tossico dipendente e una ragazza fidanzata con
un collega del padre.
Fusco rimane una garanzia e uno dei
miei autori preferiti, sempre capace di farti tenere il fiato sospeso
finché non si viene a conoscere come finirà la storia, uno di
quegli autori dove mi viene davvero la voglia di consigliare i suoi
testi ad amici, cosa che ho già fatto! Non mi rimane altro di
leggere gli altri due libri su Casabona, state connessi!
Molto consigliato!
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